venerdì 1 maggio 2020

1° Maggio 2020

“Io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo”.
(Sandro Pertini)

Mai come in questo anno di pandemia, mai come in questi mesi difficili le giornate di Pasqua, simbolo di Rinascita, 25 Aprile, Liberazione, 1 Maggio, Festa del Lavoro e dei lavoratori e 2 Giugno Festa della Repubblica italiana, assumono valore e ci fanno vivere e rivivere, tra tristezza e ottimismo, sconforto e speranza queste ricorrenze in maniera profonda. Ho voluto citare la frase del Presidente Pertini nell'anno del 30esimo anniversario dalla sua morte (24 Febbraio 1990/24 Febbraio 2020) affinché l'attualità del suo pensiero possa essere da guida, come ricordato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua dichiarazione il 24 Febbraio 2020: «A trent’anni dalla morte, la testimonianza e la passione civile del Presidente Sandro Pertini sono radicate nel cuore degli italiani e costituiscono per la Repubblica motivo di forte gratitudine, per il suo esempio di dedizione alle istituzioni, generosità e coraggio, sin dalla sua militanza giovanile coerentemente antifascista. Pertini, attraversata da protagonista la storia del ‘900, fu costruttore della democrazia italiana. La militanza politica si accompagnò sempre, in lui, alla capacità di riconoscere il bene comune e i percorsi di unità nel perseguirlo. Intransigente difensore dei diritti universali e dei caratteri propri alla Costituzione, fu fermo argine a sostegno dei principi di libertà nella stagione più drammatica e sanguinosa del terrorismo. Credeva nella democrazia come traguardo di umanità, interpretando a fondo i sentimenti dei cittadini. Guardava ai giovani come continuatori dei valori di pace, giustizia e coesione sociale, democrazia e libertà, su cui è basata la Repubblica Italiana. L’esempio del Presidente Pertini è parte di quel patrimonio comune a cui attingere per affrontare i tempi nuovi».
(Sergio Mattarella)

Credo altrettanto importante riportare per esteso le dichiarazioni odierne (1 Maggio 2020), del Presidente Mattarella, affinché siano spunto per una riflessione attuale e profonda, per tutte noi, per tutti noi:

"Viviamo questo Primo maggio con il pensiero all’Italia che vuole costruire il suo domani. Non ci può essere Repubblica senza lavoro, come afferma solennemente il primo articolo della nostra Costituzione. Il lavoro è stato motore di crescita sociale, economica, nei diritti, in questi settantaquattro anni di Repubblica. Perché il lavoro è condizione di libertà, di dignità e di autonomia per le persone. Consente a ciascuno di costruire il proprio futuro e di rendere l’intera comunità più intensamente unita. Va ribadito con determinazione nella attuale situazione, in cui la diffusione del virus ha colpito duramente il nostro popolo, costringendoci, a un temporaneo congelamento delle attività. In Italia, come in tutto il mondo, le conseguenze della pandemia mettono a rischio tanti posti di lavoro. Risalta ancora di più, in questo contesto, il valore del lavoro e, in particolare l’opera svolta da medici, infermieri, altri operatori sanitari, farmacisti, con tanti fra di loro caduti nello svolgimento dei propri compiti. Il lavoro di Forze dell’Ordine, Forze Armate, operatori del settore della logistica e dei trasporti, della distribuzione, di filiere produttive essenziali, del sistema di istruzione, pur tra molte difficoltà, ha consentito, giorno dopo giorno, al nostro Paese di non fermarsi e di andare avanti, sia pure funzionando a velocità ridotta. Appare finalmente possibile un graduale superamento delle restrizioni. Ora guardiamo alla ripresa: ad essa, vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze. A cominciare dal consolidamento dei risultati sin qui ottenuti nella lotta al virus, a un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito, in modo da conservare intatte tutte le risorse del nostro capitale sociale e da consentire di far sopravvivere e far compiere un salto di qualità alla organizzazione delle imprese e alla offerta di servizi, con scelte avvedute, nella consapevolezza che sono destinate a incidere sulla qualità della vita di ciascuna famiglia, sugli stessi tempi e ritmi della vita quotidiana delle persone. A partire dal lavoro si deve ridisegnare il modo di essere di un Paese maturo e forte come l’Italia. La fabbrica, i luoghi di lavoro, hanno orientato e plasmato i modi di vivere nei nostri borghi e nelle nostre città, e l’opera stessa delle istituzioni chiamate ad assicurare la realizzazione della solidarietà politica, economica e sociale prevista dalla Costituzione. La battuta d’arresto che abbiamo subìto spinge ad accelerare la strada verso un cambiamento che sappia valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti, cui possono con efficacia contribuire le importanti decisioni già assunte e in corso di definizione da parte dell’Unione Europea. Molto cambierà nella vita delle nostre società. Questo cambiamento andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusioni ma sia l’occasione, al contrario, per affrontare efficacemente ritardi antichi come quelli del lavoro per i giovani e le donne, particolarmente acuti nelle aree del Mezzogiorno. Come il lavoro in nero o irregolare, da fare emergere per esigenza di giustizia e contro l’insopportabile sfruttamento. Il ruolo degli imprenditori - piccoli e medi, lavoratori autonomi e grandi imprese - appare centrale, assieme a quello della ricerca, in questo processo di riprogettazione delle filiere produttive e distributive. Oggi, mentre celebriamo in modo così diverso dal consueto questo Primo maggio, non possiamo non riconoscere gli importanti traguardi di giustizia sociale conseguiti attraverso le battaglie dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, efficaci strumenti di progresso ed eguaglianza. Le Confederazioni sindacali hanno dedicato questa giornata al lavoro in sicurezza, per rendere solida e non fugace la prospettiva di rilancio. Non può esservi – e non vi è - contrapposizione tra sicurezza, salute e lavoro. E’ stata avviata la graduale ripresa della nostra vita sociale e di molte attività economiche. La ripresa è possibile perché nei quasi due mesi precedenti siamo riusciti ad attenuare molto la pericolosità dell’epidemia. Dobbiamo difendere questo risultato a tutela della nostra salute. Non vanno resi vani i sacrifici fatti sin qui se vogliamo assieme riconquistare, senza essere costretti a passi indietro, condizioni di crescente serenità. Non va dimenticata l’angoscia delle settimane precedenti, sotto la violenta e veloce aggressione del virus, né che abbiamo superato i duecentomila contagi e che ogni giorno dobbiamo piangere alcune centinaia di vittime. Questo richiede un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni. So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilità dei nostri concittadini – manifestato, in questo periodo, in misura ammirevole dalla loro quasi totalità – perché, nelle nuove condizioni, ci si continui a comportare con la necessaria prudenza. Sono necessarie indicazioni - ragionevoli e chiare - da parte delle istituzioni di governo ma, oltre al loro rispetto, è soprattutto decisiva la spontanea capacità di adottare comportamenti coerenti nella comune responsabilità di sicurezza per la salute. Attraversiamo un passaggio d’epoca pieno di difficoltà. Riusciremo a superarle. A tutti i lavoratori, alle Stelle al Merito del Lavoro - abitualmente consegnate in tutta Italia in questa ricorrenza - va il saluto più cordiale e l’augurio di una rapida ripresa".
(Sergio Mattarella)

Buon Primo Maggio a tutte e a tutti ♥️

sabato 25 aprile 2020

25 Aprile 2020

25 aprile 2020: 75° anniversario della Liberazione. Dopo nove anni in cui in questo giorno eravamo soliti essere tutti fisicamente, moralmente e idealmente insieme, con la Filarmonica, l'Anpi, le forze dell'ordine, i cittadini e i colleghi amministratori, per la prima volta lo siamo ma in maniera virtuale, attraverso il nostro Sindaco, sempre e comunque uniti a tutte le istituzioni ed associazioni, impegnate in cerimonie e manifestazioni in forma ristretta e sulla rete, a causa dell'emergenza Covid-19. Cambia la modalità ma nulla cambia nel cuore, nella mente e nello spirito.
Buon 25 Aprile a tutte e a tutti ♥️

lunedì 20 aprile 2020

Un sorriso per favore

Un sorriso per favore: anche se non sono giorni facili cerchiamo dentro di noi di essere positivi e, per quanto possibile, ottimisti. Ormai questo maledetto Covid ha cambiato le nostre vite, le nostre abitudini e, volenti o nolenti, il nostro presente e il nostro futuro. Ha scatenato tante riflessioni e reazioni oltre a provocare paura, problemi su problemi, alcuni nuovi, altri che si sommano a situazioni difficili già esistenti; sanitarie, fisiche, psicologiche, economiche. Come per tutte le cose, però, ogni essere umano può e deve fare delle scelte. Ognuno di noi può scegliere, anche se in alcuni momenti e in alcune situazioni ci sembra di non avere scelta, di non avere altre possibilità, di non poterlo fare; invece ognuno può farlo, quantomeno psicologicamente e moralmente può farlo. Ogni essere umano sceglie come affrontare la vita e le situazioni che si presentano, facili o difficili, positive o negative che siano, facciamoci caso. Scegliamo di chi fidarci, di chi no; di chi avere stima e di chi no; di chi essere amici e di chi no; se cedere all'odio e all'invidia oppure no. Aldilà dei problemi di salute, economici, familiari, lavorativi - che, chi più chi meno, ognuno di noi ha - noi scegliamo. Anche il non scegliere è una scelta. Adesso è il momento della scelta, non ieri o domani, ora: o cerchiamo di trarre il meglio da questa situazione e dalle esperienze, o soccombiamo alle situazioni e alle circostanze. È vero, ci sono persone che non ce la fanno, che non hanno la salute, le economie, non hanno la forza, soprattutto in questo momento, e questa è una presa di coscienza che dev'essere di insegnamento per tutti, dobbiamo aiutarle ed aiutarci a vicenda, come possiamo, ognuno nelle nostre possibilità. Ecco perché credo importante cercare di essere ottimisti, di avere fiducia negli altri, dobbiamo aiutare a fare emergere la parte migliore di noi, gettiamo il cuore oltre l'ostacolo! Non si piangono le persone, i rapporti e le situazioni dopo che non le abbiamo più, dobbiamo fare di tutto per lottare finché ci sono e il lottare oggi significa secondo me avere fiducia negli altri, con ottimismo, ricercando nelle persone le loro qualità, non fermandoci ai loro difetti. Cerchiamo di essere resilienti! C'è il momento del pianto, il momento del rispetto, del dolore, ma c'è anche -  o ci sarà - il momento del sorriso, della gioia, della vittoria, della rivincita, da condividere con gli altri: si è felici solo se le vittorie, le rinascite, sono condivise, altrimenti che senso ha nella vita se siamo soli a vincere? Ecco, se affrontiamo questa situazione con ottimismo, consapevolezza e entusiasmo, nonostante tutto, forse troveremo la forza di andare avanti, insieme. Come? Restituendo priorità alle persone, ai sentimenti, senza odio, rancore, invidia, e ai valori che davvero sono importanti nella nostra vita: ognuno dovrebbe essere libero di sentirsi buono e donare, non aver paura dell'altro, perché solo così ne usciremo più forti e più uniti. Possiamo farcela, impariamo dai bambini, dalla natura, dagli animali; non hanno filtri, sovrastrutture, preconcetti. È da qui che a mio avviso dobbiamo ripartire, dall'essenza. Senza moralismi, tutt'altro, queste riflessioni non hanno questo scopo, anzi, vogliono stimolare la consapevolezza che per ogni cosa e contesto, esistono il modo e il momento di affrontare le situazioni, però cambiano le priorità. E non è sempre tutto positivo o negativo, ci sono momenti e momenti. Questi giorni ci aiutano, o dovrebbero averci aiutato, a recuperare un po' il senso della vita, ecco, facciamone tesoro, già questo elemento sarebbe una vittoria contro il Covid, maledetto nemico invisibile che, sono certa, non avrà scampo; è solo questione di tempo, difficile, difficilissimo, ma è il tempo che darà ragione alla ricerca e alla medicina. A tutti voi una serena giornata, dunque, con tutti gli stati d'animo che si possono provare in questo momento, dalla frustrazione alla rabbia, dalla tristezza al timore, dagli abbracci mancati a quelli ricordati e a quelli futuri, perché ce ne saranno ancora, il futuro arriverà. Non c'è una soluzione uguale per ognuno di noi, intanto, però, ognuno può scegliere, in primis dentro di sé, poi con gli altri: ecco perché scelgo di augurarvi buona giornata chiedendovi un sorriso, non di facciata, non frivolo, un sorriso profondo, perché il sorriso, se nasce da dentro di noi, lo fa anche contestualmente all'aver sofferto, anzi, forse dopo aver sofferto rinasce, più forte di prima. Proviamoci, sorridere è un atto di coraggio, soprattutto in questi momenti, nei momenti più difficoltosi, si può sorridere, alle volte anche per trovare o ritrovare forza in noi stessi, per infondere e condividere quel sorriso con chi non lo fa e magari ce ne farà uno a sua volta. Il filosofo russo Aleksandr Ivanovič Gercen scriveva che 'il riso ha in sé qualcosa di rivoluzionario'... forse è vero. E allora proviamo a sorridere, e che il nostro sorriso possa trasmettere entusiasmo, gioia di vivere, anche se quel sorriso sarà triste e amaro, come dopo un lutto - purtroppo tutti noi ne abbiamo avuti e sappiamo bene cosa significa, non viviamo nel mondo delle favole - c'è bisogno di tempo per elaborarlo, diamoci tempo e recuperiamo tempo e qualità, essenza di vita, nel frattempo facciamolo col sorriso, che possa essere un messaggio di speranza, sono certa che ce la faremo, forza ❣️🌈

domenica 12 aprile 2020

Pasqua 2020

#Pasqua2020: uovo, pulcino, coniglio, i simboli della rinascita; colomba, palma, ramoscello d'ulivo, quelli della Pace; agnello, per ricordare chi, con umiltà e purezza, ha donato la vita per noi; candela, luce, per sconfiggere il buio; campane, per celebrare la festa, perché ricominci la vita.

Pasqua è passaggio, rinnovamento, rinascita: speriamo che lo sia davvero, mai come in questo anno così particolare, in cui tristezza, dolore e paura hanno fatto visita a molti di noi e si cerca di trovare o ritrovare la serenità. Con la speranza che il coraggio e la forza di andare avanti siano predominanti in questa Pasqua, che il rinnovamento arrivi in ognuno di noi e che sia foriero di risoluzione in primis delle problematiche sanitarie e, nel contempo, di riflessione e ricostruzione di relazioni, modelli, stili di vita, dove il "prenderci cura" di noi stessi, degli altri, dell'ambiente che ci circonda, siano fondamentali.

#Cura, un sostantivo femminile che utilizziamo di frequente e che, oggi più che mai, diventa, a mio avviso, importante. Com'è bella la lingua italiana: recuperare l'etimologia delle parole può far riflettere; la parola 'cura' deriva dal latino ma ha radici antiche, si vedano i vari dizionari etimologici che si trovano anche in rete; i suoi diversi significati si sono modificati nel tempo, eccone alcuni che permangono tutt'oggi: attenzione, inquietudine, amore, preoccupazione, amministrazione, impegno, ornamento, studio, custodia, coltivazione, allevamento, trattamento, guarigione, rimedio, interesse, curiosità, tutela.

Ora più che mai è indispensabile dunque curare, curarci e prenderci cura, utilizzando i diversi significati del termine, riflettendo bene, ricercando le nostre priorità, le verità della nostra esistenza: che la Pasqua possa essere 'cura' per tutti e per tutto e, per quanto possibile, serena, anche per chi, purtroppo, ha perso i suoi cari senza poter dare loro l'ultimo saluto, per chi soffre, per chi è malato, per chi spera, per chi deve prendere decisioni importanti, per chi si prodiga per gli altri, per chi si trova in situazioni economiche difficili, per chi ha necessità di supporto e di aiuto, psicologico, morale e fisico, per chi è solo, per chi oggi vede soltanto il buio, ecco, che la luce possa tornare e che la Pasqua possa rappresentare questo passaggio, tra passato e futuro.

Auguri affinché ci siano sempre più salute, pace, amore, amicizia, solidarietà, luce e serenità in questo mondo, prendiamoci cura dei nostri cuori e delle nostre azioni, Buona Pasqua ❣️

Chiara

venerdì 27 marzo 2020

27 Marzo 2020

Buongiorno, oggi è il 27 Marzo e facebook mi ricorda che...

il 27 Marzo 2015 ero con Simone Agostinelli a Milano a ritirare la meritata bandiera arancione del Touring club Italiano, assegnata alla Città di Chiusi per la prima volta dopo le analisi e il lavoro svolto in collaborazione con i nostri uffici comunali (in particolare con Marco e Emiliano), confermata poi negli anni successivi. Riconoscimento reso possibile grazie alla collaborazione di tutti coloro che lavorano nell'accoglienza  e per l'accoglienza di eccellenza e di qualità: uffici, ristoratori, produttori, agriturismo, strutture ricettive, commercianti. (info).

il 27 Marzo 2016 era Pasqua, il mio 'accadde oggi' riporta il Terre di Siena Trophy allo stadio comunale Fabio Frullini e la cerimonia di apertura, con oltre milletrecento partecipanti, al torneo di calcio giovanile, organizzato grazie alla preziosa collaborazione tra ASD NS polisportiva Chiusi e la Sportime NC (Carolina Ventrone) con la partecipazione delle Contrade e della Filarmonica (info)

il 27 Marzo 2017 i quotidiani riportano la notizia del rinnovo della convenzione tra il Comune e la Proloco Città di Chiusi per la gestione dell'ufficio turistico comunale (info) nella stessa giornata foto ricordo dell'accoglienza dei partecipanti internazionali al blogtour della "Borsa Turismo Valdichiana", insieme alla Strada del Vino Nobile e dei Sapori della Valdichiana Senese (info)

il 27 Marzo 2018 la successiva edizione della Borsa Turismo Valdichiana, alcuni dei nostri produttori presenti, facciamo accoglienza e promozione (info), nel contempo, esce nella rivista Touring l'articolo sul film girato a Chiusi e a Dolciano, con Vinicio Marchioni, Luigi Fedele e Valeria Solarino, regia Francesco Falaschi, "Quanto Basta", con la straordinaria partecipazione di molti cittadini, produttori e categorie (info)

il 27 Marzo 2019 eravamo a Siena per il convegno su "Giustizia e territorio", organizzato dal Tribunale di Siena e dalla Procura della Repubblica (info), e, in questa giornata, andavano in stampa le mappe con gli eventi della primavera-estate della Città di Chiusi coordinate con i principali attori culturali, produttivi e turistici (info)

Ed eccoci arrivati al 27 Marzo 2020 oggi, cosa facciamo? Sicuramente videoconferenze, mail e telefonate, aggiornamenti e news, naturalmente tutto da casa, in rete, sperando che questo periodo finisca il prima possibile. Oggi è la giornata mondiale del #Teatro (istituita dall'Istituto Internazionale del Teatro-Unesco - promozione della pace attraverso l’arte, il sostegno dell’innovazione nelle arti performative, valorizzazione delle diversità culturali, rispetto dei diritti umani nel campo delle arti dello spettacolo - a sostegno delle arti di scena) e si celebra a partire dal 1962. Mentre siamo #Chiusincasa, con il cuore aperto al futuro, dunque, vorrei rivolgere un pensiero ed un saluto a tutti i lavoratori del mondo delle Arti e del Teatro e uno in particolare alla nostra Fondazione orizzonti d'Arte e alla Fondazione Toscana Spettacolo. Iti-Unesco quest'anno affida il ricordo in questa giornata al drammaturgo pakistano Shahid Nadeem con un bellissimo messaggio.

Buon 27 Marzo, ce la faremo ♥️
Chiara

martedì 24 marzo 2020

Pandemia e riflessioni

Sono giornate surreali e compulsive: si passa dal pianto al sorriso, dal dolore alla speranza in men che non si dica e ci si chiede "Perché sta succedendo tutto questo?" "Quando finirà?"

Siamo #addolorati, #impauriti, #increduli, tristemente e profondamente vicini a chi sta male, alle famiglie di chi purtroppo non ce l'ha fatta; #impietriti di fronte ai numeri, alle storie di persone, vicine e lontane.

Siamo #felici quando i contagiati e gli ammalati diminuiscono, quando sentiamo che i posti letto per le terapie aumentano, che si stanno sperimentando nuove cure, quando apprendiamo che ci sono nascite e rinascite; le une alla scoperta per la prima volta della vita, le altre alla scoperta di una nuova vita, magari dopo la sconfitta della malattia.

Siamo #grati ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, ai volontari, alle forze dell'ordine, ai media, a tutte le lavoratrici e ai lavoratori dei vari comparti, alimentari, produttivi, dei trasporti, che in questi giorni stanno facendo, seppur con paura ma con fermezza, responsabilità e rigore, il meglio per tutti noi, per garantire la nostra sicurezza, per garantirci i servizi essenziali, per aiutare gli altri, talvolta con poche protezioni, fisiche e psicologiche, ma lo fanno, senza se e senza ma.

Siamo #orgogliosi dei sindaci, delle amministrazioni, dei governatori, delle istituzioni: di coloro che - il più delle volte con facce stanche e stravolte - si fanno carico delle esigenze e dei problemi altrui prima che dei propri, abbracciandoci virtualmente, talvolta sgridandoci, prendendoci per mano, come se fossimo tutti una grande famiglia.

Siamo anche #arrabbiati, si, giustamente, soprattutto con chi, in maniera irresponsabile, fa finta ancora di non capire e agisce come se la sua individualità fosse la prima cosa, su tutto e su tutti.

Siamo tutti #coinvolti e la maggior parte di noi sta facendo di tutto per donare e prendersi cura, di noi stessi e degli altri, ognuno nei propri ruoli e per le proprie competenze. Dobbiamo impegnarci sempre di più nel fare ciò che ci viene chiesto, anche se ciò che ci viene chiesto è 'soltanto' restare nelle nostre abitazioni: ascoltiamo, ascoltiamoci di più, fidiamoci di più, possibilmente di persone che ne sanno più di noi, rispettiamoci insomma. Questo non è il momento dei personalismi, non è il momento di fare i 'furbetti'; allora ognuno continui a fare responsabilmente ciò che deve fare, ognuno dentro di sé sa come può contribuire al meglio per la propria famiglia, per sé stesso, per le proprie comunità, per il sistema sanitario e, nel farlo, non dimentichiamoci di restare #umani perché un sorriso, una battuta, una telefonata, un messaggio ed una parola di conforto sono molto importanti. Non è il momento di essere lontani emotivamente gli uni dagli altri, insomma, dobbiamo stare lontani fisicamente si, ma non psicologicamente ed emotivamente, anzi! Se utilizziamo bene, in maniera corretta, questi 'benedetti' strumenti social sono utili.

Infine, ma non da ultimo, siamo ottimisti si, ma giustamente #preoccupati per il nostro sistema Paese: cosa succederà e come ne usciremo? Sicuramente ne usciremo ma ci aspetteranno ulteriori sfide, non meno impegnative di quella sanitaria che, certamente viene al primo posto e che adesso ha, necessariamente, la priorità. Le "maglie" della catena della vita però, lo sappiamo, sono inseparabili e inesorabilmente intrecciate e non possiamo non tenerne conto: le forze politiche, le categorie e le istituzioni hanno il dovere di interrogarsi e lavorare contemporaneamente per la ripresa. Esiste questo delicato e sottile #equilibrio, sempre difficile da rappresentare, ora più che mai, tra salute, lavoro ed economia, inutile negarlo; l'Italia è il Paese dell'Arte, della Cultura, è una Nazione composta per la maggior parte da piccole e medie imprese, agricoltura, commercio, industria, artigianato, turismo. Come ne usciremo? Non è facile rispondere, tutt'altro, e dobbiamo avere fiducia, sostenere e incoraggiare chi chi si sta impegnando, seriamente, a livello locale, regionale, nazionale, europeo, mondiale affinché a questa domanda sia data una risposta, corretta, efficace e veloce.

Forse queste mie riflessioni sono ovvie, scontate per la maggior parte di voi e me ne scuso ma ho il desiderio di condividerle e spero davvero che tra gli insegnamenti che trarremo da tutto ciò che ci sta accadendo ci sia quello di cercare di essere più resilienti, capaci di fronteggiare positivamente la nostra esistenza di fronte a questo momento traumatico, ricostruendo le nostre vite senza alienare le nostre identità. Si, resilienti e uniti, seppur lontani, uniti nello stesso dolore e nelle stesse speranze, nella stessa altalenante e incessante voglia un momento di cantare e subito dopo di piangere e viceversa. Giorno dopo giorno riscopriamo le nostre identità, ci riscopriamo uguali ma diversi: uguali come esseri umani, liberi, con le stesse dignità e diritti; diversi nelle nostre idee e nei nostri credo culturali, sociali e politici. La diversità è e resterà un valore aggiunto, sempre! Siamo un po', insomma, come un arcobaleno, composto da molti colori, difficili da identificare, talvolta difficili da vedere, può prevalere un colore sull'altro, può avere sfumature e intensità diverse; come gli arcobaleni che abbiamo disegnato, postato, condiviso in questi giorni e chissà, questo forse è il momento giusto per interrogarci e riflettere bene sui nostri valori, sui nostri doveri, sul nostro essere, sul nostro senso della vita.
Ce la faremo ❣️🌈
Chiara